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La transizione 5.0 è stata pianificata nell’agenda del Governo italiano da mesi, delineandola come una revisione della Strategia 4.0. Ma qual è la sostanziale differenza tra le due?
Sebbene le tecnologie previste dalla Transizion 5.0 siano più avanzate rispetto alla 4.0, la reale distinzione tra i due modelli sta nella relazione tra l’uomo e la macchina.
Mentre nella quarta rivoluzione industriale le imprese di varie dimensioni si sono concentrate sulla produttività e sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale, nei prossimi anni l’attenzione si sposterà verso la collaborazione tra l’uomo e il robot.
La transizione 5.0 si fonda su tre principi fondamentali: l’umanocentricità, la sostenibilità e la resilienza. Questi sono gli aspetti cardine dell’approccio, presentato dalla Commissione Europea a gennaio 2021.
Questo documento formalizza il concetto di progresso industriale che la Commissione si impegna ad attuare nei prossimi anni. Non si può ignorare il fatto che nel linguaggio politico, la nuova rivoluzione industriale si identifica anche con la transizione ecologica e la digitalizzazione.
Due elementi già presenti nella concettualizzazione dell’industria 4.0 e che restano cruciali per la gestione sostenibile delle risorse. In altre parole, come evidenziato in un recente articolo di Innovation Post a firma del giornalista Franco Canna, il passaggio verso la Transizione 5.0 potrebbe significare un’estensione dell’attuale Strategia 4.0 con un’accresciuta attenzione all’aspetto ambientale e ai diritti umani.
Entrando nei dettagli, con la transizione verso la 5.0, non sarà sufficiente adottare le tecnologie abilitanti identificate dall’Europa, come materiali intelligenti e interazione uomo-macchina personalizzata.
Le aziende che mirano a restare all’avanguardia con questa nuova concezione industriale dovranno concentrarsi anche sulla gestione delle risorse umane. Le nuove sensibilità sociali richiedono alle aziende di rivedere i loro modelli di business. Il rispetto delle persone e l’attenzione all’ambiente diventano fondamentali per affrontare le evoluzioni del mercato e della società.
Di conseguenza, è probabile che le prossime agevolazioni per la transizione 5.0 siano concesse solamente in presenza di certificazioni ambientali e sociali. I principi ESG (Environmental, Social, and Governance) rimangono quindi un punto di riferimento per l’evoluzione industriale, seppur reinterpretati in una nuova prospettiva.
Oltre al rispetto della diversità e delle minoranze, le imprese e la società dovranno occuparsi di garantire valori fondamentali come la privacy, l’autonomia e la dignità umana.
In poche parole, Industria 5.0 è un’estensione della 4.0 in termini tecnici, ma rappresenta una vera rivoluzione culturale.
L’attenzione si sposta dalla mera produttività al benessere delle persone e dell’ambiente. Società e sostenibilità assumono un ruolo centrale nella definizione dei processi produttivi, imponendo alle aziende importanti responsabilità per l’impatto del loro lavoro sulla società e sul pianeta.
Questo si traduce in un cambiamento dei modelli di business verso un’economia circolare e un potenziamento dell’adattabilità dei processi produttivi.
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